MASCHERINE ALL’APERTO: INUTILE TORMENTO PER I CITTADINI

In Italia si continua a imporre l’obbligo assurdo di indossare le mascherine all’aperto, a meno che “sia garantito in modo continuativo l’isolamento”.
Premetto che le mascherine sono dispositivi di protezione fondamentali, ma al chiuso in presenza di altre persone, e all’aperto in caso di stazionamento in capannelli o luoghi affollati.
Le mascherine FFP2 e superiori conferiscono una reale protezione a chi le indossa, molto più di quelle chirurgiche, che hanno in ogni caso un’utilità, ma sempre al chiuso o in luoghi affollati.
Bisogna però farne uso corretto, si devono cambiare con idonee procedure igieniche e con la necessaria frequenza. La superficie esterna della mascherina in uso, potenzialmente contaminata, non deve essere toccata. Eccetera eccetera.
Cosa sembrano aver appreso le persone dalla comunicazione del Ministero della Salute? A trovare normale il vedere mascherine spalmate sotto il mento, portate al braccio, infilate sporche in tasca o nella borsa. A considerare un bravo cittadino rispettoso delle regole chi ci viene a parlare all’orecchio con naso e bocca coperti da stoffe decorate da cuoricini, pinguini o dal logo di qualche noto stilista. Le stesse persone poi si scandalizzano se qualcuno passeggia per le vie senza mascherina, magari in una bella giornata con sole e vento.
Da quasi due anni autorevoli studiosi, oltre a linee guida internazionali, continuano a ribadire l’inutilità delle mascherine all’aperto, e invece in Italia se ne rinnova l’obbligo.
L’impressione è che Il Ministero della Salute, e gli organismi tecnico-scientifici che lo affiancano, preoccupati per la linea palesemente, e finalmente “aperturista” del governo Draghi, stiano praticando una sorta di medicina difensiva, con provvedimenti come questo, forse non particolarmente dannosi rispetto ad altri problemi che affliggono le persone in questo momento critico, ma che certamente costituiscono un inutile tormento per i cittadini.

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