GREEN PASS: CORREGGERE SUBITO DISSERVIZI ED ERRORI

Sono numerosissime le segnalazioni di persone che, pur possedendo i requisiti per avere il Super Green Pass, non riescono a ottenerlo a causa di disguidi e inefficienze del sistema. Ora, con le nuove misure introdotte dal Governo, la situazione è inevitabilmente destinata ad aggravarsi, ed è urgente che si trovino delle soluzioni.
C’è chi si ammala e non riesce ad effettuare in tempo un tampone che certifichi la positività, a causa dei ritardi nei Dipartimenti di prevenzione delle ASL, che spesso contattano le persone con molti giorni di ritardo. In assenza di un precedente tampone positivo non può essere certificata la guarigione, perché i test anticorpali non sono ritenuti validi.
Quindi questi cittadini rimangono impossibilitati a lavorare e a condurre una normale vita sociale, a meno di nascondere la malattia ai sanitari dei centri vaccinali, e di affrontare i rischi potenziali di una vaccinazione in un soggetto appena guarito.
Altri, risultati in precedenza positivi al test, dopo la negativizzazione non riescono per molto tempo a ottenere un certificato di guarigione, necessario per attivare il Green Pass.
In diverse regioni, fra la quali il Friuli Venezia Giulia, il certificato può essere rilasciato solo dalle ASL, che spesso vi provvedono con notevoli ritardi.
Altri ancora non ottengono il Green Pass, pur avendone diritto, a causa di errori nell’inserimento dei dati o varie difficoltà burocratiche (tamponi effettuati all’estero, persone non residenti in Italia…): i Dipartimenti di Prevenzione, sovraccarichi, spesso non rispondono alle segnalazioni, via e-mail o via telefono, e queste persone rimangono prigioniere in una sorta di limbo per settimane.
L’Italia è fra i Paesi che hanno adottato per la pandemia misure tra le più severe e rigorose: ma lo stesso rigore dovrebbe essere osservato nell’assicurare ai cittadini il rispetto dei propri diritti. Il quadro che sta invece emergendo, è quello, purtroppo già noto, di una sanità pubblica ancora in affanno.

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