Lettera aperta all’assessore regionale alla salute

Gentile Assessore,
 
nel comunicato pubblicato sul sito ufficiale della Regione FVG il 16 marzo u.s. Lei richiama l’attenzione sulle criticità del Pronto Soccorso di Cattinara, respingendo a priori l’ipotesi che almeno una parte di tali criticità, pur aggravatesi nel corso dell’ultimo anno, possano essere conseguenza della riforma sanitaria; e anzi suggerisce che tali criticità abbiano origine da carenze organizzative preesistenti.
 
Infatti Lei afferma: “Il problema dei tempi d’attesa in quel Pronto Soccorso, infatti, non nasce tre mesi fa, ed è ridicolo pensare che la Riforma, partita a Trieste solo a metà del 2015, ne sia responsabile”.
 
E’ vero che il problema preesisteva alla riforma, ma con dimensioni enormemente inferiori, infatti mai si erano toccati prima i “record” registrati negli ultimi mesi: attese in triage fino a 10 – 15 ore, cioè dal pomeriggio/sera al mattino successivo. Ma anche soste in barella fino a 20 ore per avere un letto libero, e non un letto nel reparto di competenza nosologica, ma un letto in qualsivoglia struttura.
 
Dall’inizio del secolo mai si erano registrati prima di quest’anno i numeri “record” di pazienti ricoverati in strutture diverse da quelle di competenza per mancanza persistente di posti letto: 50 e più ogni giorno, con punte di oltre 90.
 
Ma nel 2016 si è registrato anche un numero di accessi “record” al Pronto Soccorso: 75.000 contro i 70.000 di tutti gli ultimi anni precedenti.
 
Quelli sopra riportati sono numeri, quindi dati reali, che vanno certamente interpretati, ma non liquidati come “strumentalizzazioni”, infatti la riforma è stata varata nell’autunno 2014 e dopo 2 anni e mezzo la situazione è palesemente peggiorata rispetto a prima; certamente non sarebbe corretto liquidare il tutto con un post hoc ergo propter hoc, ma arrivare a dire che sia ridicolo chiamare in causa la riforma sembra perlomeno temerario.
 
La riforma sanitaria era stata annunciata come rivoluzionaria, in quanto finalizzata a porre al centro del sistema il cittadino malato, che avrebbe dovuto quindi godere di cure e assistenza migliori, e per questo si andava a incidere profondamente sull’intero assetto organizzativo ed operativo del sistema, con il proposito di eliminare sprechi ed inefficienze.
 
Quindi avremmo dovuto attendere un miglioramento, magari lento e parziale, ma comunque un miglioramento, invece a 30 mesi dalla riforma l’attuale grave crisi di ampi ed essenziali servizi della sanità pubblica testimoniano inequivocabilmente che la riforma non solo non ha raggiunto gli obiettivi, ma ha addirittura determinato il peggioramento delle preesistenti criticità.
 
Nel comunicato Lei chiama in causa anche l’operato professionale dello scrivente, sostenendo l’esigenza di “nuovi e più efficaci modelli organizzativi”, ma anche suggerendo un mio coinvolgimento nello smantellamento della seconda sezione di radiologia presso il Pronto Soccorso di Cattinara; infatti Lei dichiara testualmente: “la seconda sezione di Radiologia è stata smantellata; cioè ben prima della Riforma, per ragioni che bisognerebbe farsi spiegare proprio dal dottor Zalukar.”
 
Relativamente alla Radiologia posso essere molto sintetico, in quanto non ho la minima idea del motivo per cui tale sezione sia stata chiusa.
 
Riguardo invece all’allusione ai modelli organizzativi, poiché vengono di fatto messe in discussione le modalità di direzione del Pronto Soccorso, e non è la prima volta, temo di non poter essere altrettanto sintetico, volendo fornire un quadro puntuale ed esaustivo, supportato da specifici riscontri oggettivi, in modo da non scivolare nell’autoreferenzialità, oggi assai di moda.
 
Nel comunicato Lei ha correttamente rilevato che “la struttura di Trieste è stata progettata per rispondere a un numero nettamente inferiore di accessi giornalieri: sono carenze progettuali cui bisogna rispondere con nuovi e più efficaci modelli organizzativi.”
 
Che gli spazi del Pronto Soccorso di Cattinara siano palesemente inadeguati ai carichi di lavoro è nozione comune da decenni; e i molteplici tentativi di ottimizzarli, lavorando sugli assetti organizzativi, si sono sempre scontrati con un problema insuperabile: da un lato gli spazi non sono espansibili, se non in minima parte, dall’altro i malati non sono comprimibili.
 
Per questo motivo fin dal 2006 si cominciò a ipotizzare un incremento di operatività del Pronto Soccorso del Maggiore, in modo da allentare la pressione su Cattinara e dare contemporaneamente una migliore risposta alle esigenze dei pazienti più anziani e più fragili, e di cui già allora si prevedeva il progressivo incremento.
 
Da queste considerazioni prese avvio il progetto di integrare il Pronto Soccorso del Maggiore con il Centro Prime Cure, una struttura pensata per garantire ai pazienti anziani percorsi di cura privilegiati extraospedalieri, una sorta di CAP ante litteram, ma di ben altro spessore concettuale e organizzativo (vedi allegati: “Piano CPC 2006”, “CPC x DG 2006”).
 
E proprio in tale prospettiva furono definiti i contenuti dell’allora costruendo poletto tecnologico al Maggiore, che avrebbe dovuto essere completato entro un quinquennio, ma i tempi, non inaspettatamente, si allungarono.
 
Comunque il poletto fu inaugurato nel luglio 2014, e proprio da Lei, ma all’inaugurazione non seguì subito l’attivazione del nuovo PS, in quanto non era pronto (anche allora il vizio delle inaugurazioni “precoci”!), per esempio mancavano i box di osservazione, la distribuzione di ossigeno era gravemente insufficiente, e così anche l’acqua corrente (sic), come rappresentato nell’allegato: “CPC Relazione tecnico sanitaria 2013”.
 
Grazie a un buon rifornimento di denaro pubblico gli adeguamenti strutturali e impiantistici furono eseguiti in tempi ragionevoli e 4 mesi dopo l’inaugurazione il Pronto Soccorso del Maggiore finalmente aprì (non si allegano le delibere di spesa per svariate decine di migliaia di euro, essendo esistenti agli atti).
 
In questo nuovo contesto ambientale sarebbe stato finalmente possibile attivare i modelli organizzativi pensati 10 anni prima, ovviamente con i necessari aggiornamenti, per cui già nel gennaio 2015 fu presentato alla Direzione strategica un dettagliato documento di progetto (vedi allegato: “Progetto PSCPC 2015”), che restò appunto mero progetto, tuttora chiuso in un cassetto.
 
Da cui le mie dimissioni, conseguenti proprio all’impossibilità di garantire standard di qualità e sicurezza in mancanza dei riassetti organizzativi proposti, e senza che peraltro vi fossero ipotesi alternative, ovviamente di valenza strategica, non certo misure palliative, come ad esempio l’introduzione dell’assistente di sala o la pitturazione dei muri del Pronto Soccorso con colori sgargianti (vedi allegato: “Relazione sanitaria PS 2016”).
 
Negli anni passati neppure fu trascurato, da parte dello scrivente, il fronte degli accessi, cercando di incidere almeno su quelli francamente inappropriati, e a tal fine si cercò ripetutamente di richiamare l’attenzione delle strutture territoriali d’interfaccia sull’esigenza di una migliore attività di filtro, ma senza successo.
 
Tanto che nel 2014, in seguito all’insufficiente risposta del territorio sulla questione filtro, l’ANAAO ASSOMED Le trasmise una nota contenente i riscontri oggettivi degli accessi francamente inappropriati, e soprattutto evitabili con un’elementare attività di filtro, ma non risulta siano seguite azioni efficaci nel senso sperato (vedi allegato: “ANAAO accessi impropri 2014”).
 
Anzi, dopo poche settimane la Direzione Centrale della Salute, da Lei dipendente, dispose un’ispezione proprio sul Pronto Soccorso di Trieste, provvedimento mai preso prima nella nostra regione, almeno a memoria d’uomo (vedi allegato: “Ispezione PS 2014”).
 
Per inciso si osserva che dell’ispezione non si è saputo più nulla, perché evidentemente nulla era stato trovato; del resto non era facile trovare qualcosa, visto che dal 2008 l’ospedale di Cattinara è accreditato all’eccellenza da Joint Commission International, e quindi anche il PS si attiene scrupolosamente agli specifici standard di qualità, controllati periodicamente dal suddetto ente, il cui rigore e serietà sono riconosciuti a livello mondiale.
 
E sempre trattando di modelli organizzativi, giova ricordare ch quando assunsi la direzion del Pronto Soccorso, nel 2003, la struttura era in condizioni a dir poco desolanti, con un’organizzazione rudimentale (vedi allegato: “Stato PSOC 2003”), per cui fu elaborato un programma di riorganizzazione (vedi allegato: “Programma PS 2003”) ispirato agli standard di qualità.
 
Operazione facilitata dall’esperienza maturata nella direzione del Sistema 118 di Trieste, che aveva conseguito l’accreditamento ISO 9000 con TUV Rheinland, primo Servizio 118 certificato ISO in regione e primo 118 accreditato da TUV Rheinland in Italia. A titolo d’informazione: ho dovuto lasciare, mio malgrado, la direzione del 118 nel 2007, pochi anni dopo il 118 di Trieste non risultava più accreditato ISO 9000.
 
Concludo rivolgendoLe una domanda: in base a quali elementi si sarebbe evidenziato che tutto funziona meglio a Udine e a Pordenone? Forse per i tempi di attesa in triage? Perché se così fosse sarebbe una valutazione assai improbabile, visto che la registrazione dei tempi è manuale, ma soprattutto vista la dubbia affidabilità del sistema informativo in dotazione ai Pronto Soccorso della regione, non essendo questo un dispositivo medico marcato CE, con tutte le conseguenze che ne derivano sull’attendibilità dei dati, oltre che sui livelli di sicurezza.
 
Riguardo l’affidabilità del sistema informativo basti qui un esempio: i cittadini che nel tardo pomeriggio del 6 marzo u.s. hanno visitato il sito ufficiale della Regione per conoscere i tempi di attesa nel Pronto Soccorso di Cattinara hanno letto che per i codici verdi il tempo medio di attesa risultava di 294 ore e 58 minuti, ossia 12 giorni (sic!), e questo è solo l’ultimo rilevamento in ordine di tempo delle incongruenze/errori informatici che si sono susseguiti fino ad oggi (vedi allegato: “12 giorni di attesa in triage”).
 
Tutto quanto sopra rappresentato è supportato dai riscontri documentali allegati, e da altri esistenti agli atti.
 
Con i migliori saluti
 
Dr. Walter Zalukar
 

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