Crollo della performance del sistema sanitario del Friuli Venezia Giulia

  1. Sintesi dei Rapporti CREA dal 2014 al 2017 sulla performance dei Sistemi Sanitari Regionali (SSR): a sinistra sono riportati i grafici originali contenuti nel rapporto.
     
  2.  
     

  3. Dal “Quotidiano Sanità”:
     

    Performance dei Ssr. Toscana al top; Calabria, Abruzzo, Puglia, Friuli VG e Molise maglia nera. Il Rapporto Crea Sanità
    Nell’area d’eccellenza si posizionano, dopo la Toscana, Lombardia, Liguria, Veneto ed Emilia Romagna. Rispetto allo scorso anno, entrano nell’area critica Abruzzo e Friuli Venezia Giulia, mentre ne esce la Campania, che con Lazio, Sardegna, Marche, P.A. di Bolzano, Valle d’Aosta, Sicilia, Umbria, Piemonte, Basilicata e P.A. di Trento va a formare l’area di Performance “intermedia”.

  4.  

  5. Estratto dal Comunicato stampa dd 9 luglio 2017 dell’assessore regionale alla Salute Maria Sandra Telesca:
     

    “Si può constatare che quel rapporto registra il Friuli Venezia Giulia tra le regioni più critiche già nel 2013 e che però, proprio quel rapporto, situa al 2015 il momento dell’inversione di tendenza verso il miglioramento”.

 
Nessun commento, talmente chiara la dissociazione tra il comunicato dell’assessore, i dati del rapporto e la sintesi del Quotidiano Sanità.
 
Walter Zalukar
Presidente Associazione Costituzione 32
 

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  1. A mio avviso il crollo della performance della sanità Fvg è causa diretta della riforma, con la sua mancata programmazione, il non voler testare la sua fattibilità e ricaduta sulla qualità del servizio stesso, con le sue scelte per gli investimenti (cfr. Laura Matelda Puppini, Fvg. Ospedali marginali, fra “polvere di stelle” e macete, in http://www.nonsolocarnia.info), e con i tagli e chiusure di ospedali. Inoltre non ci vuole un genio per capire che, se i sistemi sanitari regionale e nazionale sono stati spolpati per far denaro, (per salvare Etruria magari o per pagare debiti dei governi, insomma per un motivo o l’altro, tranne che per altri servizi ai cittadini), essi non risultano più appetibili ai paganti che si rifugiano nei privati, che a Roma fanno prezzi fra l’altro concorrenziali alla sanità pubblica per le visite specialistiche, e non hanno tempi biblici. Non si può cancellare ospedali, servizio indispensabile per gli acuti, (per far cassa, e magari appellandosi al fatto che è sparito l’assessorato alla sanità trasformato in assessorato alla salute, che non si sa cosa sia), sperando che seguendo un programmino sanitario ricco di buoni consigli vetero- datati, tutti stiano bene, e affidando la salute al singolo, magari poi da colpevolizzare, con medico di base, il che ci fa ripiombare nel 1700. Inoltre i protocolli curativi per legge regionale comportano di non evidenziare le differenze tra paziente e paziente, anche nelle condizioni di vita, e di non poterli poi adeguare all’avanzare di nuove conoscenze, trasformando la cura in un sistema ingessato.

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