PIANO EMERGENZA FVG: A TRIESTE NON TORNERÀ IL 118, CONFERMATA CENTRALE UNICA A PALMANOVA

La Regione ha presentato ufficialmente il nuovo PEU – Piano di Emergenza Urgenza – che sostanzialmente ricalca il piano Serracchiani Telesca, e che per Trieste risulta addirittura peggiorativo, visto che la gestione operativa di automediche ed autoambulanze con relativo personale passa a Udine, all’ARCS – l’Azienda Regionale Coordinamento Salute – che ha appunto sede nel capoluogo friulano. Si va a creare l’ennesimo carrozzone regionale e così anche quel poco che a Trieste ancora funziona verrà compromesso.
Nessuno sembra voler prendere atto che dopo lo smantellamento delle Centrali operative provinciali 118 e la creazione della Centrale unica a Palmanova si è assistito ad un numero di disservizi impressionante, che significano più sofferenze, disabilità, morti, conseguenze inevitabili dei ritardi di soccorso.

A Trieste la differenza tra prima e dopo si è forse sentita di più, perché qui i soccorsi erano di norma più rapidi che altrove.
Ed infatti nella nostra città denunce e reclami non si contano; i cittadini di Trieste non vogliono rassegnarsi al degrado di un servizio pubblico essenziale per la tutela della salute e della vita.

Che il sistema attuale accentrato su Palmanova presenti gravi criticità non è un’opinione, a dimostrarlo ci sono fatti documentati, alcuni all’esame dell’Autorità giudiziaria. Ne ricordiamo gli ultimi accaduti a Trieste con esito letale:
– 6 dicembre 2022, via Baiamonti, chiama il 112 in soccorso del padre, l’ambulanza arriva dopo oltre un’ora e lo trova morto;
– 24 novembre 2022, v.le Ippodromo, uomo di 70 anni chiama il 112 per dolore toracico, l’ambulanza arriva dopo 40 minuti e lo trova ormai in arresto cardiaco, inutile la rianimazione;
– 8 agosto 2022, via Montasio, il marito chiama il 112 in soccorso della moglie, l’ambulanza arriva mezz’ora dopo e la trova morta.

Ma anche nel resto della regione il quadro non cambia, è di pochi giorni fa l’angosciante racconto sui social della mamma di una ragazza diciottenne: 18 dicembre 2022, via 4 Novembre a Ronchi dei Legionari, la madre chiama il 112 in soccorso della figlia, l’ambulanza arriva circa mezz’ora dopo e la trova ormai in arresto cardiaco, inutile la rianimazione. Via 4 Novembre dista 2 km e 700 metri dall’ospedale San Polo…

Ci vorrebbe un libro per raccontare tutti i disservizi venuti finora alla luce. Ma si badi: sono solo quelli denunciati, quanti altri ce ne sono che non si conoscono? I dati ufficiali di attività risultano assai scarni, insufficienti a dare una rappresentazione puntuale del reale funzionamento del sistema di soccorso. Anzi sembra che si tenda a coprire disservizi e ritardi, piuttosto che esaminarli con la dovuta trasparenza.

E a proposito di trasparenza non si può dimenticare che nel 2019 l’assessore alla Salute chiese all’ARCS di dotarsi al più presto di una “macchina da guerra” per annientare tutti gli attacchi mediatici provenienti da mass-media e social-media. Ovvero vietato criticare, se il servizio non funziona pazienza, ma che almeno non si sappia in giro. E da allora non sembra che la trasparenza abbia fatto progressi, anzi…
Nell’attuale contesto di gravissime criticità da affrontare, sembra strano che nel PEU ci si preoccupi di cambiare il nome della SORES, la Sala operativa regionale emergenza sanitaria di Palmanova.

Chissà perché questa decisione? Non sarà forse per mimetizzare che si tratta sempre di un Piano che ricalca quello Serracchiani Telesca? Che quindi nella sostanza cambia poco o nulla. Ed allora ecco che si cambiano i nomi e così l’attuale SORES si chiamerà COREUT, sigla che tra l’altro meglio richiama l’idioma friulano.

E tranne il nome tutto resterà sostanzialmente come adesso, solo che aumenteranno ancora le vittime, le sofferenze, i lutti.

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