L’assessore Panontin confronta il 112 con il 115

 
In seguito alla nube maleodorante che si è sprigionata l’11 maggio nel Maniaghese la Protezione Civile che gestisce la Centrale operativa del 112 aveva emesso già il giorno successivo due comunicati nei quali spiegava che erano state attivate le procedure volte a “garantire la continuità del servizio in qualsiasi eventualità” e assicurava altresì che “il tempo di trasferimento delle chiamate ai centralini di Polizia, Carabinieri e 118 si è comunque mantenuto su valori di poco superiori a quelli ordinari”. Affermazione contraddetta dalla segnalazione, già pubblicata su questo sito, di un cittadino che a Bagnoli (Trieste) avrebbe atteso un quarto d’ora prima di ottenere risposta dal 112.
 
Ma non è questo che rileva, poiché si è ormai fatta l’abitudine alla politica degli annunci e quindi non vale neppure la pena di commentare. Un muro di gomma respinge qualsiasi notizia che contraddica il “va tutto benissimo”.
 
Invece appare rilevante nello stesso comunicato quanto l’Assessore alla Protezione Civile Panontin ha affermato: “le uniche occasioni in cui si verificano picchi di chiamate riguardano situazioni che solitamente erano gestite dal 115 dei Vigili del Fuoco. Ma c’è una significativa differenza tra il precedente sistema e quello attuale: le chiamate in coda sul 112, per obbligo del servizio, sono soggette a richiamata, mentre prima andavano perdute”. Concludendo: “L’operatore del 115 non lo faceva ed anzi, in caso di sovraccarico, semplicemente non rispondeva”.
 
Ho lavorato nell’emergenza per oltre 35 anni, non ho mai sentito una sola protesta dei cittadini circa la professionalità, tempestività e disponibilità dei pompieri in tutti i momenti di bisogno, dall’incidente più banale all’ evento catastrofico.
 
In ogni caso credo sia inaccettabile tirare in ballo supposte carenze operative dei Vigili del Fuoco per difendere l’indifendibile.
 
Walter Zalukar
Presidente Associazione Costituzione 32
 

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