Franco Rotelli ha scritto di nuovo in difesa della riforma sanitaria, ripetendo che bisogna rafforzare il territorio perché è meglio curare a casa invece che in ospedale.
Nessuno contesta che è meglio restare a casa piuttosto che andare in ospedale, chiunque preferisce curarsi nella propria abitazione invece che essere ricoverato, ovviamente quando ciò sia possibile.
Per far questo è necessario che le cure territoriali ci siano e funzionino, ma tutto ciò non si è finora visto: si sono sentiti solo annunci e proclami, quindi manifestazioni astratte e non fatti concreti. I cittadini malati, soprattutto quelli più fragili, non potendo curarsi a casa si devono rivolgere a ospedali ormai saturi per essere ricoverati in reparti stracolmi, non di rado dopo ore e ore di attesa in barella prima di trovare un letto. Ma per trovare un’assistenza non adeguata in quanto proporzionata al personale, che è ormai ridotto ai minimi termini.
Questi in estrema sintesi sono i risultati di 4 anni di riforma.
Rotelli sostiene che le liste di attesa c’erano anche prima della riforma ed è vero, ma prima le liste erano molto meno lunghe; una riforma degna di questo nome avrebbe dovuto accorciarle, non allungarle a dismisura. Di quanto più lunghe non si sa, poiché i dati relativi ai tempi di attesa nelle strutture sanitarie pubblicati sul sito ufficiale della regione fin dal 2009 si interrompono a marzo del 2015, come nello stesso anno si interrompono i dati relativi all’assistenza domiciliare. Una riforma all’insegna della trasparenza!
E per produrre tutto ciò si sono anche consumate ingenti risorse; in sintesi, il frutto della riforma è stato: meno efficacia e meno efficienza, ovvero si è dato di meno spendendo di più.
Walter Zalukar
Presidente
Associazione Costituzione 32
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Mia figlia è seguita dal CSM di via Gambini, al ritiro dei farmaci ci sono andata io, senza delega, l’operatrice mi ha chiesto nome e cognome è già che c’ero mi ha proposto di fare l’iniezione mensile di Haldol, le ho detto che evidentemente non conosce gli utenti, risposta: ne abbiamo 1800 non posso conoscerli tutti, è questo il rapporto giusto con gli utenti, non ho denunciato per ovvie ritorsioni questo si chiama curare a domicilio?