Gentile Presidente
Gentili Assessori
In questi ultimi giorni si sono moltiplicate le segnalazioni di ritardi e disservizi del soccorso sanitario riscontrate sul territorio regionale.
In particolare il Messaggero Veneto del 22 luglio c.m. segnala che a Maniago una donna gravemente ferita in seguito a una caduta in strada è rimasta 35 minuti riversa sull’asfalto prima che arrivassero i soccorsi. La prima chiamata al 112 è stata fatta alle ore 16.43 e l’autoambulanza è giunta alle 17.18; la paziente è stata quindi ricoverata in terapia intensiva per trauma craniocerebrale e frattura di due vertebre.
Il Messaggero Veneto ha anche evidenziato che qualche giorno prima sempre a Maniago, e a pochi chilometri dall’ospedale, un motociclista ferito sarebbe rimasto sull’asfalto 23 minuti prima di essere soccorso.
Il 23 luglio, il Piccolo ha dato notizia che a Ronchi dei Legionari ci sono volute quasi due ore perché arrivasse l’autoambulanza in soccorso di una persona colta da grave agitazione psicomotoria. Dalle ore 4 circa della notte si sono susseguite più telefonate al 112 senza esito e solo alle 5.20, grazie ad una pattuglia della Guardia di Finanza di passaggio, si riusciva a ottenere il soccorso che è giunto alle 5.45, nel frattempo la persona chiusa nella propria abitazione distruggeva suppellettili e lanciava oggetti in strada.
Sempre il 23 luglio alle ore 8.30 a Trieste in viale Miramare una donna cadeva dallo scooter rimanendo ferita: sono arrivate due pattuglie della polizia locale a sirene spiegate, a seguire l’autoambulanza senza sirena, nonostante la colonna di macchine formatasi, come sempre accade anche senza incidenti nelle domeniche estive lungo viale Miramare. I testimoni riferiscono un’attesa di circa mezz’ora.
Questi non sono che gli ultimi episodi di ritardo dei soccorsi segnalati da quando sono partite le Centrali 112 e 118 a Palmanova. Ma oltre alla dilatazione dei tempi di chiamata, elemento già criticissimo nel contesto dell’emergenza dove anche i secondi sono preziosi, si assiste anche alla confusione circa la tipologia del soccorso da allertare, per cui ad esempio è allertato il 118 invece che la Polizia o viceversa, non sono allertati i pompieri quando servono, ecc.
Nessuno si sorprenda: è evidente che se a ogni chiamata di soccorso devono rispondere in sequenza due diversi operatori al posto di uno, facendo suppergiù le stesse domande, i tempi perlomeno raddoppiano. Gli operatori che rispondono in prima battuta al 112 provengono per lo più da storie lavorative in call center commerciali e quindi sono privi di specifica esperienza nelle attività di emergenza, per cui i tempi non possono che allungarsi: un profano, per bravo e disponibile che sia, avrà bisogno di più tempo per capire situazioni che non ha mai vissuto, soprattutto se drammatiche e concitate.
E altro tempo passa quando la geolocalizzazione non si attiva (almeno una chiamata ogni venti).
E così si arriva facilmente a 4-5 minuti per completare l’intervista e passare finalmente la telefonata alla Centrale operativa competente, quindi polizia, sanità o pompieri, dove risponde un professionista dell’emergenza, che prende comunque altro tempo e ulteriori minuti si accumulano.
Da documentate segnalazioni risulta come non sia raro superare abbondantemente i 5-6 minuti di telefono anche per eventi facilmente inquadrabili, come gli incidenti stradali, per i quali in epoca pre112 erano sufficienti 30 secondi di telefonata per localizzare esattamente il target e far partire i mezzi di soccorso appropriati.
La situazione è drammatica nei casi di arresto cardiaco nei quali per poter avere una buona prognosi bisogna agire nei primi minuti, altrimenti è scontato l’esito infausto. Ogni minuto che passa dopo che il cuore si è fermato comporta il 10% di probabilità in meno di sopravvivenza. Prima dell’avvento del NUE 112 a Trieste in centro città in caso di sospetto arresto cardiorespiratorio l’autoambulanza arrivava di solito in 3, massimo 4 minuti dopo l’allarme, che significava il 50- 60% di chance di sopravvivenza. Adesso con il NUE 112 la riduzione di chance è determinata dai minuti necessari alle Centrali 112 e 118 per processare la chiamata, per cui i tempi complessivi di soccorso raddoppiano o più, anche superando i 10 minuti: di conseguenza con il nuovo sistema è matematicamente certo un sensibile aumento della mortalità per arresto cardiaco nella nostra regione.
Ma oltre all’arresto cardiaco, l’allungamento dei tempi di soccorso può risultare catastrofico in caso di incendio, di gravi ferite, di aggressioni, ecc., tutte situazioni dove anche pochi minuti di ritardo possono rappresentare la differenza tra la vita e la morte, tra l’integrità e l’invalidità di chi sopravvive.
Si è finora cercato di giustificare ritardi e disservizi come inconvenienti quasi inevitabili della fase di rodaggio, ma è eticamente accettabile il rodaggio di un sistema che è preposto a intervenire quando la vita e la sicurezza dei cittadini sono in pericolo?
Soprattutto considerato che questo nuovo sistema va a sostituire organizzazioni molto ben collaudate che garantivano costantemente soccorsi rapidi e appropriati; e tra l’altro con costi sensibilmente inferiori.
Né è pensabile ottenere miglioramenti: se rispondono due operatori in sequenza il tempo sarà sempre almeno doppio, se risponde in prima battuta personale privo di esperienza specifica il rischio di errore e confusione sarà sempre elevato.
Per questo chiediamo alla Giunta regionale di esaminare con attenzione queste considerazioni, anche alla luce dei fatti riportati in premessa, e decidere se sia eticamente accettabile mantenere un sistema così peggiorativo rispetto al precedente in un settore vitale per la salute e la sicurezza pubblica.
Pare infine opportuno precisare che non vi è responsabilità della Comunità Europea giacché questa ha indicato solo il numero da adottare, il 112, non certo il tipo di organizzazione per utilizzare detto numero, e tantomeno ha indicato il modello scelto dall’Italia, che sembra il più inefficace e inefficiente.
Grazie per la cortese attenzione.
Il Consiglio Direttivo
Associazione Costituzione 32
Walter Zalukar
Bruno Gambardella
Giuseppe Bellini
7 Responses
bravi!
Conoscete le percentuali di chiamate senza risposta pre-nue? La risposta è no, semplicemente perché è un dato che non viene misurato. Prima del nue le chiamate avevano risposta fino al completamento della capacità di ricezione delle chiamate, poi andavano in occupato o in libero senza risposta. Il tutto al lordo del filtro effettuato dalla centrale di primo livello, che avviene in misura diversa per le varie centrali di secondo livello da coinvolgere. Se gli operatori di secondo livello ripetono le domande fatte sul primo livello è un errore, semplicemente non dovrebbero farlo. Per quanto riguarda la sequenzialità degli interventi, prima del nue la centrale di atterraggio della chiamata era decisa dal numero composto dal chiamante, scelta non priva di errori, e in ogni caso era comunque la centrale di prima risposta che decideva e operava il coinvolgimento delle altre, esattamente come ora. Sarebbe interessante poter discutere dei possibili miglioramenti del modello, ma la base della discussione dovrebbe essere tecnica mentre qui è puramente ideologica.
Prima del NUE 112 nelle Centrali provinciali 112, 113,115, 118 presenti in Friuli Venezia Giulia operavano per ogni turno oltre 40 operatori (in realtà di più se si considerano le sottocentrali 112 delle Compagnie e Tenenze CC e la Polizia stradale), quindi c’erano almeno 40 operatori “professionisti” che potevano rispondere in prima battuta ad almeno 40 chiamate contemporaneamente. Se il 115 di una provincia era impegnato per maltempo si poteva chiamare il 113 o il 112, comunque una Centrale di soccorso ( e il cittadino che chiama HA BISOGNO SUBITO DI ASCOLTO). Se contemporaneamente si aveva bisogno di soccorso sanitario le 4 Centrali provinciali del 118 avrebbero risposto subito. Ora una qualsiasi emergenza che interessi una sola componente del sistema blocca tutte le altre, perché vi sono 6 operatori NUE 112 che rispondono A TUTTA LA REGIONE e altri 40 operatori professionisti di polizia, VVF, ecc. impossibilitati a rispondere anche se liberi; dunque un COLLO DI BOTTIGLIA che per risolverlo ci vorrebbe quasi un operatore NUE per ogni operatore degli altri enti , quindi il 500% in più, e per cosa? per comunque ritardare il soccorso ed eventualmente complicarlo con errate indicazioni, essendo gli operatori NUE 112 inevitabilmente inesperti del campo specifico, l’emergenza, e inesperti anche del territorio. Evitiamo la farsa della geolocalizzazione: lo stesso capo del NUE 112 del FVG ha dichiarato al quotidiano Il Piccolo che è sicura solo se da telefono fisso, quindi se uno chiama con cellulare da una località che l’operatore non conosce e ha difficoltà ad identificare, se il malato o ferito è molto grave nel tempo di comprendere dove inviare i soccorsi può essere morto. Ed in caso di incendio il dramma non cambia, il principio d’incendio può trasformarsi in uno rogo devastante. E finiamola anche con il falso problema delle chiamate cosiddette improprie: ho diretto per oltre 15 anni il 118 di Trieste, non c’è mai stato un problema chiamate improprie, queste esistevano ma in numero contenuto e mai hanno rallentato l’attività di soccorso, e sfido chiunque a provare (PROVARE non ipotizzare) il contrario. Adesso si parla di valore aggiunto di un sistema che per filtrare le chiamate improprie (quante veramente? credo nessuno le abbia riscontrate OGGETTIVAMENTE) ritarda tutte, ma proprio tutte, le vere emergenze. Scusate la lunghezza, ma è ora di finirla di giocare, sì proprio giocare, con la vita, la salute, la sicurezza dei cittadini, nonché la salvaguardia dei loro beni.
N.B. L’Europa NON ha mai imposto il modello adottato dal FVG, che è invece considerato il più inefficace e inefficiente in quanto allunga i tempi di soccorso e aumenta i costi, ovvero si paga di più per avere peggio. In molti dei principali paesi europei, come Francia e Germania, coesistono con il 112 tutti gli altri numeri di emergenza di polizia, sanità e pompieri.
Quanto alle chiamate improprie questo è quel che dicono i giornali in regioni dove il 112 non c’è:
http://m.leccenews24.it/attualita/800-chiamate-al-giorno-al-118-ma-il-30-sono-banali-raffreddori-scardia-utilizzate-il-numero-per-cose-serie-.htm
http://www.marsicalive.it/?p=13483
La pratica di chiamare un altro numero quando quello necessario non risponde è un grave errore che ha un effetto moltiplicatore sulle inefficienze, e supportarlo è un errore altrettanto grave.
La localizzazione delle chiamate avviene sulla base dell’ampiezza delle celle radiomobili a cui si agganciano i cellulari, e non ci sono modifiche organizzative che possano modificarne la precisione, cosa che invece è fattibile usando l’app che utilizza il gps.
Quanto ai dimensionamenti, ammesso e non concesso che i 4 numeri abbiano effettivamente 10 operatori costantemente in turno (il che sarebbe evidentemente un grave errore di dimensionamento dato il numero di chiamate medie in arrivo per ora su ciascun numero), nel momento stesso in cui avviene un evento grave (incendi, allagamenti, incidenti di ampia portata) le 40 chiamate contemporanee si sviluppano pressoché istantaneamente, e quindi grazie al giochetto del “chiamo il 113 perché il 115 o il 118 non rispondono” i 4 numeri vanno in saturazione e non si risponde più a niente (basta pensare alle alluvioni in Liguria o a m Sardegna di qualche anno fa)
È molto vero che bisognerebbe finire di giocare. Spazi di miglioramento ce ne sono sicuramente, ma ripeto che le discussioni dovrebbero essere tecniche e non ideologiche.
Purtroppo è ineludibile che nonostante tutte le provate dimostrazioni d’inefficienza del 112 voluto da Serracchiani e Telesca la tragica situazione in corso non avrà fine e ci sarà imposta fino al giorno del loro allontanamento con le prossime elezioni regionali. Mancano ormai pochi mesi, ma dobbiamo tutti mobilitarci per renderlo evidente a tutti gli elettori affinchè questi delittuosi governanti cessino di rovinarci ancora e siano definitivamente spazzati dal voto.
Mi stupisce che il mio precedente messaggio sia ancora in attesa di moderazione mentre ne viene già pubblicato nella stessa discussione uno ulteriore di nessun contenuto tecnico e di solo supporto “politico” . Evidentemente questo non è uno spazio di discussione ma unicamente di espressione unilaterale di dissenso di solo stampo politico, quindi essendo inutile sperare in una discussione costruttiva non ci spenderò altro tempo. Saluti.
Spiace per il ritardo di moderazione, di cui mi scuso. Relativamente alle valutazioni circa il “dissenso di solo stampo politico” sfido chiunque a trovare una sola nota a firma mia e/o del Comitato direttivo di Costituzione 32 in cui le argomentazioni non siano sempre supportate da fatti concreti e/o da dati oggettivamente riscontrabili . Al contrario di altri che continuano a supportare la riforma sanitaria con meri annunci astratti avulsi dalla realtà. E anche questo è oggettivamente riscontrabili, vedi ad esempio CAP Trieste. In conclusione questo sito è aperto a tutti che coloro che vogliono esprimere opinioni o raccontare fatti, anche a coloro che preferiscono mantenere l’anonimato.