Cattinara: la riforma Serracchiani colpisce ancora

Continua la penalizzazione dell’ospedale di Trieste.
 
Formalmente i tagli e le chiusure sono stati annunciati come parte della manovra volta ad assicurare le ferie estive al personale, ma visti i precedenti sorge il legittimo sospetto che a estate finita ben difficilmente verranno riattivati i servizi e i letti soppressi.
 
Cinquanta posti letti tagliati, di cui tutti quelli della Medicina a bassa intensità di cure, allocata al Maggiore. Questa consentiva di alleggerire la pressione sui reparti medici di Cattinara, sempre ipersaturi, come evidenziato dal fenomeno dei malati ospiti fuori reparto che con la chiusura dei letti al Maggiore tenderanno verosimilmente a crescere.
 
Otto letti tagliati alla Medicina d’Urgenza. Si era cominciato togliendole lo status di struttura autonoma e accorpandola al Pronto soccorso. Allora di fronte alla protesta dei triestini fu raccontato che non sarebbe cambiato niente, anzi sarebbe stato ancora meglio. Ora si chiude ¼ del reparto, ulteriore passo verso lo smantellamento di questo prezioso servizio.
 
Sono stati ridotti anche gli spazi già esigui del Pronto soccorso di Cattinara per sistemare i letti dell’accoglimento di medicina e così si moltiplicheranno i pazienti messi in barella in sosta nei corridoi e negli atri del Pronto Soccorso, con ulteriore affollamento di questo.
 
A ben guardare sono tutte azioni coerenti con la riforma Serracchiani che viene così continuata aggirando le disposizioni del Presidente della Giunta Fedriga volte a bloccare l’iter della riforma.
 
Del resto il bilancio 2017 dell’Azienda Sanitaria Triestina si è chiuso con un buco, pare, di almeno 12 milioni di euro, e anche quest’anno la situazione non sembra rosea, per cui si risparmia dove si può. Anzi no, si risparmia soprattutto quando si tratta di ospedale.
 
Il territorio sembra soffrire meno delle ristrettezze di bilancio, o almeno questa è l’impressione che si ricava osservando il susseguirsi di provvedimenti che comportano cospicui stanziamenti alle varie cooperative che collaborano con l’Azienda.
 
L’ultima notizia è l’ok del Direttore dell’Azienda, Marcolongo, all’attivazione di 4 nuove strutture semplici di psichiatria che si aggiungono alle 5 strutture complesse già esistenti.
 
E’ importante precisare che non si mettono in discussione il valore e l’impegno delle strutture psichiatriche, né si contesta l’utilità del lavoro svolto dalle cooperative, ma nel momento della grave crisi economica che sta attraversando la sanità regionale si suggerisce di definire una scala di priorità misurata sulla base degli effettivi bisogni di assistenza dei cittadini piuttosto che sulla mera appartenenza a gruppi esclusivi.
 
Walter Zalukar
Presidente Associazione Costituzione 32
 

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  1. Anche in Aas3 pare manchino posti in medicina, almeno a Tolmezzo, che deve supportare anche il gemonese. E l’Aas3 ha territorio vastissimo. A Tolmezzo non hanno neppure ospedlaizzato, per carenza posti letto, una grande anziana con la polmonite. Non so invece i dati di San Daniele. Non è solo questione di ferie, ha ragione Lei. E’ che le ferie si sommano a servizi ridotti all’ osso dalla riforma Serracchiani Telesca.

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