Persiste la carenza di letti a Cattinara: rischi e disagi per i malati

La segnalazione “Ospiti notturni alla Clinica urologica di Cattinara” pubblicata sul Piccolo del 6 maggio u.s. a firma del Sig. Pietro Valente richiama l’attenzione sull’enorme numero di malati che continuano a non trovare posti letto liberi nei reparti di medicina e devono essere così ricoverati come ospiti nei reparti chirurgici.
 
Questa volta il racconto lo fa chi è stato degente nel giusto reparto di competenza, in questo caso l’Urologia, e che ha dovuto subire pesanti disagi, aggiuntivi a quelli inevitabili che qualsiasi ricovero comunque comporta, ancorché alleviati dall’assistenza di medici e infermieri, che lo stesso paziente giudica encomiabili.
 
Colpisce la descrizione di caos in cui si trova di notte il reparto, con il poco personale infermieristico presente a dover fronteggiare decine di malati ospiti, molti dei quali con problemi comportamentali.
 
E’ inaccettabile che in un reparto chirurgico i malati appena operati, e che quindi necessitano di assoluta tranquillità e adeguata assistenza, siano esposti a condizioni ambientali come quelle descritte nella segnalazione, subendo non solo estremo disagio, ma correndo anche gravi rischi.
 
Si è già parlato recentemente delle sofferenze e dei pericoli a cui vanno incontro i pazienti di competenza medica che sono ricoverati quali ospiti nelle chirurgie, rischi accentuati trattandosi soprattutto di malati molto anziani con problemi di pluripatologie croniche degenerative.
 
Dall’inizio dell’anno i malati fuori reparto sono realtà quotidiana, di rado scendono sotto ai 50 e anzi nei giorni scorsi si sono contati oltre 70 malati fuori reparto sparpagliati per le torri di Cattinara. 
 
A gennaio i vertici sanitari ci avevano raccontato che la colpa era dell’epidemia influenzale, poi della bora, ma adesso, a maggio, la bora si è attenuata, i virus sembrano diminuiti, eppure i malati senza il letto in Medicina sono sempre il doppio dell’anno scorso.
 
Una situazione di vero e proprio degrado a cui purtroppo si è fatta l’abitudine; ma una città civile non dovrebbe abituarsi e assistere impotente ai disagi, alle sofferenze e ai rischi che tutto ciò comporta per i malati più fragili; invece la crisi permane, anzi si sta aggravando, solo non fa più notizia.
 
Nella segnalazione il Sig. Valente cita la certificazione Joint Commission International incorniciata nell’atrio dell’Urologia, che accredita la qualità e la sicurezza dell’ospedale. Non sa che la verifica obbligatoria per mantenere l’accreditamento all’eccellenza che doveva svolgersi nel mese di maggio è stato disdetta dall’Azienda, che ha chiesto un rinvio. Chissà perchè.
 
Walter Zalukar
Presidente Associazione Costituzione 32
 

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