Numero Unico 112: tempi più lunghi, risposte incerte

 
Le dichiarazioni rilasciate dalla Presidente della Giunta Serracchiani e dagli altri assessori regionali presenti ieri all’inaugurazione del NUE (numero unico emergenza) 112 fanno affiorare non pochi dubbi.
 
Per prima cosa i tempi di risposta alle richieste di soccorso. Serracchiani annuncia che questi tempi sono diminuiti, ma in realtà i tempi sarebbero aumentati, spesso raddoppiati o più, almeno nell’emergenza sanitaria. Ed è facile capire che i tempi non possono che allungarsi quando la chiamata, invece di essere trattata da un operatore, è processata da due operatori, con domande che in parte si sovrappongono.
 
Ma anche perché chi risponde in prima battuta, l’operatore del NUE 112, non ha valida esperienza nelle situazioni d’emergenza, quindi potrebbe non capire rapidamente tipologia ed entità del problema, e in particolare nelle situazioni più gravi e drammatiche, quando solitamente chi chiede aiuto è agitato, confuso e solo operatori esperti possono comprendere al volo e far quindi seguire una risposta più tempestiva e adeguata.
 
Sembra così che con il nuovo sistema uno degli elementi essenziali nel campo dell’emergenza, il tempo, invece che diminuire si allunghi, e questo in non poche situazioni può essere catastrofico: i minuti in più nell’arresto cardiaco o respiratorio possono rappresentare la differenza tra la vita e la morte, tra l’integrità e l’invalidità di chi sopravvive.
 
L’altro elemento è la formazione/esperienza di chi risponde al NUE 112, in quanto il personale è stato attinto dagli uffici regionali e dal collocamento, quest’ultimo con il requisito di un’esperienza almeno trimestrale nel volontariato di protezione civile o di call center (sic). E qui ogni commento appare veramente superfluo, ferma restando la positività di aver creato nuovi posti di lavoro.
 
Ma anche l’aspetto tecnico organizzativo pare criticabile, poiché dovrebbe essere regola imprescindibile nelle risposte all’emergenza la presa in carico dell’intera chiamata da parte di un’unica figura: in nessun momento il richiedente aiuto dovrebbe sentirsi dire:”…attenda che le passo…”.
 
In ogni caso risulta che dove è stato attivato il NUE 112,cioè in Lombardia e in parte del Lazio, sono state rilevate le stesse criticità relativamente all’allungamento dei tempi di soccorso e all’imprecisione delle risposte. Come evidenziato dalla stampa nazionale, p.es.: Corriere della Sera 5 aprile 2016 “Ritardi, incomprensioni, doppioni: il nuovo 112 è tutto da cambiare”¸ Repubblica 10 dicembre 2016: “Centrale unica 112 Senza sala operativa dieci minuti persi per ogni chiamata”.
 
Questi sono i fatti. Vista la posta in gioco vorremmo poter essere smentiti da riscontri oggettivi, cioè dalla concretezza di numeri controllabili al posto dell’astrattezza degli annunci, quindi ci attendiamo una replica in cui siano pubblicati i raffronti tra prima e dopo: quali erano i tempi di chiamata e di soccorso prima e dopo il NUE. E attendiamo anche i dati per confermare o meno l’effettivo sviluppo del filtro alle chiamate improprie conseguente all’attivazione del NUE 112. Era stato dichiarato che queste rappresentavano il 50% di tutte le chiamate di soccorso. Ora a quanto ammontano? E quante di queste vengono ora filtrate?
 
Una considerazione in chiusura. Gli stessi organizzatori hanno ammesso che la stima delle telefonate di soccorso per Trieste e Gorizia era sbagliata, rispettivamente del 146% e del 65%; una sottostima enorme in un campo, come l’emergenza, dove invece si dovrebbe lavorare per sovrastime.
 
E perché non si sono calcolati posti operatore e personale in base al rilevamento di dati certi e disponibili, da cui elaborare simulazioni rigorose ed essenziali in un settore così delicato per la vita e la sicurezza dei cittadini?
 
E a proposito di quanto sembra contare la sicurezza dei cittadini si richiama quanto dichiarato nell’occasione dallo stesso assessore Panontin: “Abbiamo inaugurato il 112 in Friuli Venezia Giulia solo dopo averlo testato”, ovvero solo dopo che la sperimentazione ha dato i risultati attesi si è deciso di inaugurare. Da tale dichiarazione sembra dedursi che prima dell’inaugurazione ufficiale servivano alcune settimane per vedere se funzionava, sperimentandolo direttamente sulla pelle dei cittadini.
 
Sarebbe come se prima di inaugurare un ponte lo si aprisse al traffico in anticipo per testarne la resistenza e se dopo due settimane non è crollato lo si potrà inaugurare in pompa magna.
  
Dr. Walter Zalukar
Presidente Associazione Costituzione 32
 

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2 Responses

  1. Commentavo il 4 aprile 2017 l’articolo del medico dott. Walter Zalukar: Centrale 118 e Guardia medica, pubblicato sempre su: http://www.costituzione32.it/.
    In questo modo non vi è solo la possibilità di alterazioni od omissioni di informazioni, dovute al fattore umano (stanchezza ecc.) ed alla velocità di trasmissione delle stesse, ma vi è anche perdita di tempo per il passaggio informativo tra i vari operatori che allunga i tempi per l’intervento anche di preparazione mezzi di soccorso ecc. ecc. Inoltre se uno degli operatori ha il telefono occupato per altra telefonata … Così se uno ha un infarto, tanto per dirne una, credo che rischi di morire più di prima. Inoltre chi ritiene che l’urgenza non sia tale ed il problema sia risolvibile dalla guardia medica, di fatto ipotizza la diagnosi e la gravità e quindi svolge attività medica, senza averne le competenze e basandosi unicamente su una trasmissione vocale umana, magari del diretto interessato, in situazione di emergenza, con ciò che ne potrebbe conseguire. E mi chiedo, francamente, chi abbia inventato questa novità del numero unico per spendere tanto ed avere un servizio di gran lunga peggiore di prima e molto, scusatemi il termine, incasinato.
    E da che già si sapeva, detto numero unico non va bene neppure alla polizia ed ai carabinieri, per questioni di privacy e segretezza, e crea molti problemi a tutti. (Cfr. Laura Matelda Puppini, Nuova sanità Fvg. Quale piano dell’emergenza /urgenza territoriale? La voce anche ai medici e non solo, in http://www.nonsolocarnia.info).
    Ora posso riscontrare che le mie perplessità non erano poi così infondate, se il medico dott. Walter Zalukar, esperto nel settore della medicina di emergenza/urgenza, si sofferma sui tempi di intervento con il nuovo sistema 112 e sui problemi di comunicazione. Ed egli dice che non sono problemi di poco conto, come la possibile mancanza di dati oggettivi e di adeguata sperimentazione del nuovo sistema.

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