Covid: avviare percorsi seri per tenere aperte le scuole

Non si possono che accogliere con sollievo e un po’di speranza le decisioni dei TAR di diverse regioni sulla riapertura delle scuole.

Il Governo e alcune amministrazioni locali hanno finora dimostrato una visione a senso unico della pandemia: proteggiamo la salute ma affossiamo pure l’economia, non si deve morire di coronavirus ma pazienza se si muore di infarto, di tumore, suicidio, fame.

Certamente bisogna proteggere gli anziani, i più esposti alle conseguenze gravi della Covid. Sembra quasi un ravvedimento, perché in anni di tagli alla sanità nessun governo si è più di tanto preoccupato delle denunce dei cittadini e dei sanitari sul sovraffollamento degli ospedali, le vergognose attese in barella al Pronto Soccorso, l’insufficienza della medicina del territorio.

Ma di nuovo si dimostra una visione a senso unico: ci si occupa dei giovani quasi solo come possibili veicoli di contagio, dimenticandosi della loro salute fisica e psicologica, della loro crescita e socializzazione, del loro futuro, che è il futuro del Paese.

Che cosa rischiamo di lasciare ai nostri ragazzi? Un pesantissimo gravame di debiti e, quel che è peggio, l’incapacità ad affrontare i problemi e le difficoltà, a causa di un “vuoto” di mesi se non anni nella loro crescita e formazione, e proprio nella delicata fase dell’adolescenza.

A questo punto, si auspica che i decisori politici comincino ad avviare percorsi seri, sicuri e condivisi per tenere le scuole aperte quando e dove possibile, riappropriandosi delle proprie competenze, in modo che non sia la magistratura a dover proteggere i cittadini, i loro interessi e salute, dagli effetti di decisioni incongrue e irresponsabili della politica.

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