Cattinara: a rischio assistenza anziani


 
La figlia di un paziente ricoverato a Cattinara ci ha inviato il racconto della situazione drammatica che vivono i malati degenti nel reparto di medicina.
 
La prima segnalazione è di domenica 3 dicembre:
 

Buonasera, purtroppo da dieci giorni ho mio papà ricoverato in ospedale a Cattinara… dopo tre giorni è stato trasferito al settimo piano dal quindicesimo perché devono fare dei lavori… siccome finché non si è dentro non si può capire, vi dico solo che in questo piano, ma sicura anche negli altri, in turno c’è un infermiere per dodici stanze e chissà quanti pazienti, non li ho contati ma le camere sono tutte piene, un unico infermiere che fa terapie… e dovrebbe, ma è impossibile, rispondere alle emergenze, come per mio papà che aveva dalle mani alla spalla tutto spropositamente “gonfio” per via di due vie di flebo che non andava ed è uscito tutto, fatto presente circa alle 14.30 verso le 18 gli è stato cambiato braccio finalmente. Ma se gli sono stati messi due flebo con due terapie diverse, mi domando, tutte le ore che è stato senza la somministrazione della terapia quanto gli può fare bene???? Come si può lasciare in infermiere in turno per un intero piano???? Ieri pomeriggio uguale. Fatto notare che di nuovo le flebo non facevano il suo corso, ore circa 17 e fino alle 20/30 niente, senza terapia e nessuno che sia riuscito a cambiare!!!!! Si deve risolvere questa situazione a dir poco SCHIFOSA. RIPETO FINCHE NON SÌ PASSA IN PRIMA PERSONA QUANDO SI SENTE PARLARE DELLA SANITA NEL NOSTRO OSPEDALE NON CI SI PUÒ CREDERE. MA È PROPRIO COME SENTIAMO PARLARNE….
Barbara Cramersteter

Si tratta presumibilmente del Dipartimento di Medicina, dove un piano ospita circa 40 malati. Si rimane stupiti nell’apprendere che c’è un unico infermiere per 40 pazienti, ma il reparto si sviluppa su due ali unite ad angolo, per cui forse non si poteva apprezzare l’eventuale presenza di infermieri nell’altra ala. Certo è che dover attendere 3 ore e mezzo per intervenire su flebo fuori vena non sembra tollerabile, sia per il disagio/sofferenza che ciò arreca al paziente, sia per l’interruzione/perdita della terapia infusionale prescritta. Nei reparti di medicina sono ricoverati pazienti anziani o molto anziani, che oltre all’acuzie motivo del ricovero, sono affetti da pluripatologie croniche e/o degenerative, spesso invalidanti, per cui sono quasi tutti non autosufficienti. Il rapporto standard infermieri pazienti in questi reparti dovrebbe essere 1:6-8, quindi per 40 pazienti dovrebbero esserci non meno di 5-6 infermieri per turno di servizio, altrimenti accade ciò che viene descritto, che si caratterizza per una carenza di assistenza e vigilanza, che potrebbe addirittura rasentare l’abbandono.
 
Pochi giorni dopo, il 6 dicembre, ci è pervenuta la seconda segnalazione:
 

Buonasera….. volevo aggiornarvi sulla situazione, il 5 dicembre è stata fatta la gastroscopia a mio papà, negativa, e ci hanno detto che il 15 dicembre, quindi fra dieci GIORNI!!!! È PREVISTA LA TAC CON CONTRASTO PERCIO’ ALTRI DIECI DI AGONIA E SENZA AVERE ANCORA UNA DIAGNOSI DOPO 17 GIORNI DI RICOVERO DI RICOVERO!!! IO NON CI POSSO CREDERE SIAMO DISPERATI ANCHE PERCHE MIO PADRE È DA DUE SETTIMANE CHE NON SÌ ALZA PIÙ DAL LETTO, CON TUTTE LE CONSEGUENZE NATURALMENTE NEGATIVE. SCOMMETTO CHE SE CHIAMO IL CUP E CHIEDO UNA TAC CON CONTRASTO A PAGAMENTO DOMANI GLIELA FANNO. ED È QUESTO CHE PROVERO’ FARE. …….VI RINGRAZIO PER QUESTA VOSTRA ATTENZIONE VERSO LA TUTELA DEL MALATO. ORA PIÙ CHE MAI CI STIAMO RENDENDO CONTO CHE PURTROPPO LA SANITA’ CON I TAGLI FATTI NON VALE NIENTE. NON È UN MIO DISAPPUNTO VERSO LE PERSONE FISICHE CHE CI LAVORANO E CHE ANCHE LORO SUBISCONO TUTTO QUESTO. VOLEVO ESSERE CHIARA SU QUESTO PUNTO.

CRAMERSTETER BARBARA

Pur non conoscendo null’altro del paziente, se non quanto narrato dalla figlia, e quindi ignorando il quadro clinico, sembra pertinente osservare che per un paziente anziano e allettato dover attendere una TAC 10 giorni in regime di ricovero non pare giustificato. Ulteriori 10 giorni di degenza forse evitabili pongono un reale incremento di rischio per le condizioni generali del paziente. Non occorre qui ricordare i danni iatrogeni che subiscono gli anziani anche se il ricovero è appropriato e inevitabile, per cui non può essere in alcun modo giustificato l’allungamento della degenza per incongruità organizzative della struttura. Neppure pare giustificabile il costo economico di dieci giorni di degenza inappropriata, che tra l’altro va a incidere in un quadro di carenza di posti letto tale da costringere ogni giorno decine di pazienti a essere sparpagliati per l’ospedale in attesa di un letto disponibile nei reparti di medicina, sempre ipersaturi.
 
Dalla segnalazione emerge un apprezzamento degli operatori sanitari, che subiscono anch’essi una situazione di carenze di organico e di improbabilità organizzative che rendono il loro lavoro sempre più difficile e sempre più esposto al rischio di incidenti.
 
Siamo venuti a conoscenza di questo fatto grazie al senso civico della figlia di un paziente, che si è presa l’impegno di rendere testimonianza pubblica su come vengono trattati i nostri anziani quando hanno bisogno di cure ospedaliere.
 
Di tutti gli altri pazienti attualmente ricoverati non sappiamo nulla, ma su tutti pesano sicuramente le carenze denunciate. In particolare sugli anziani soli, che si trovano in condizioni ancora peggiori, non avendo familiari che possono dare perlomeno un aiuto parziale. Né questi possono far udire la loro voce e quindi far valere almeno il diritto alla dignità e al rispetto della persona, che un ospedale civile dovrebbe sempre e comunque garantire.
 
Walter Zalukar
Presidente Associazione Costituzione 32
 

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