Le conclusioni alle quali è arrivato il Tavolo dei Saggi, ovvero due diversi e molto distanti tra loro “progetti” di ridefinizione della macro-organizzazione della sanità regionale, non stupiscono, visto che a partecipare a questo “tavolo” sono stati chiamati professionisti con storie, orientamenti, interessi assai diversi.
In sanità non esiste un modello organizzativo assoluto, ma sistemi che devono adattarsi alla storia e alle caratteristiche dei territori dove insistono, quindi il confronto tra le tesi contrapposte prodotte non è un giudizio su quale è il migliore “in assoluto”, ma quale è il più adatto alla nostra regione nelle attuali circostanze.
Le due tesi:
- Netta separazione tra territorio e ospedale con aziende distinte per le cure ospedaliere e per quelle sul territorio. In questa prospettiva sono tutti d’accordo su 3 aziende ospedaliere hub, ma vi sono dei “distinguo” tra chi opterebbe su un’unica azienda territoriale che comprende tutta la regione e chi 3 aziende territoriali di area vasta. E comunque un ulteriore “distinguo” se gli ospedali di rete dovrebbero far parte dell’azienda ospedaliera oppure di quella territoriale.
- Mantenimento della fusione tra ospedale e territorio, quindi con 3 aziende coincidenti con le aree vaste.
Queste le difformità che sono sicuramente significative e che sembrano apparentemente inconciliabili. Ma con due punti di accordo: la riproposizione sia dell’area vasta che dell’Agenzia.
In realtà si potrebbe ipotizzare una terza opzione coerente con ambedue le proposte dei Saggi, risultando una sintesi dei due progetti, e con il valore aggiunto di essere in linea con il programma elettorale del centrodestra.
Produrre un’ipotesi progettuale in un ambito di grande rilevanza, com’è la revisione degli assetti istituzionali del sistema sanitario, richiede che la fattibilità sia verificata da rigorose simulazioni idonee a prevederne l’impatto sull’organizzazione e sulla spesa, ma anche a definirne la tempistica e le priorità.
Conviene quindi attendere la pubblicazione delle tesi progettuali dei Saggi e delle simulazioni prodotte a sostegno dei rispettivi progetti, prima di produrre la terza opzione, in modo da poter avere elementi di valutazione oggettivi e confrontabili.
Certamente la situazione di grave crisi della sanità regionale impone una programmazione più rapida possibile, ma ciò non può prescindere da uno studio di realizzabilità che simuli e preveda l’impatto organizzativo. Non va ripetuto il drammatico errore dell’amministrazione Serracchiani, che nella pianificazione ha sostituito i documenti programmatici con mere dichiarazioni del “dover essere”.
Walter Zalukar
Presidente Associazione Costituzione 32
2 Responses
Leggo con interesse la relazione, ma vedo trattarsi di un problema di vaste dimensioni e non soluzione immediata, purtroppo. Nel frattempo constato che la vergognosa situazione del 118 (o 112 che sia) viene messa da parte ed invece è quella di massima urgenza. Non vorrei che anche questa Amministrazione, alla quale abbiamo dato tanta fiducia con il voto, cadesse nell’errore di trascurare la realtà quotidiana. Per una volta non si guardi la luna ma si guardi il dito. Bruno
Mi pare pienamente condivisibile e da sottolineare l’aspetto metodologico nell’ impostare una riforma in qualsiasi settore, in particolare in uno così delicato come la sanità, riportato da Zalukar: “Certamente la situazione di grave crisi della sanità regionale impone una programmazione più rapida possibile, ma ciò non può prescindere da uno studio di realizzabilità che simuli e preveda l’impatto organizzativo. Non va ripetuto il drammatico errore dell’amministrazione Serracchiani, che nella pianificazione ha sostituito i documenti programmatici con mere dichiarazioni del “dover essere””. Inoltre non so chi siano i saggi, ma si dovrebbero consultare anche i rappresentanti dei cittadini relativamente la progetto, oltre che analizzarne rigorosamente le ricadute prima di partire in quarta. Serracchiani e c hanno imposto non posto sul tavolo del dibattito, chiudendo ogni dialogo.