Sul Piccolo del 9 novembre u.s. è stata pubblicata una segnalazione del Prof. Gianfranco Sinagra che replica un mio precedente intervento sulla stampa relativo alla situazione dell’emergenza sanitaria dopo la riforma.
Vista l’importanza di questo tema nell’ambito della salute pubblica credo opportune alcune puntualizzazioni in merito a quanto scritto dal Prof. Sinagra, ovviamente riferendomi solo agli aspetti tecnici, in quanto non credo che gli attacchi personali che mi sono stati rivolti meritino risposta.
- Scrive il Prof Sinagra: “viviamo in una regione che grazie alle eccellenti professionalità infermieristiche e mediche è in grado di garantire standard, tempistiche ed esiti eccellenti.”
Dalla “Relazione della SORES – Sala Operativa Emergenze Sanitarie” di Palmanova che riporta i tempi di soccorso del 118 relativi alle “missioni di codice rosso e giallo registrate nel periodo Maggio/Agosto 2017″ risulta che solo nel 16.2% di tutti gli interventi di soccorso di codice rosso e giallo effettuati in aree urbane della nostra regione si è arrivati in meno di 8 minuti, che è il tempo massimo di soccorso previsto dalle indicazioni ministeriali e recepito dalla stessa normativa regionale. Ciò significa che nell’83.8% delle emergenze-urgenze le autoambulanze sono arrivate in ritardo. Tali dati si riferiscono alla somma dei codici rossi e gialli. Se consideriamo solo i rossi, codifica attribuita nei casi di interruzione o compromissione delle funzioni vitali, quindi interventi rigorosamente tempo dipendenti quoad vitam, risulta che oltre 7 interventi su 10 in codice rosso arrivano in ritardo. - Sempre relativamente ai tempi di soccorso il Prof. Sinagra precisa: “La nuova centrale unica non ha peggiorato questa performance e anzi ha potenziato il processo di centralizzazione tempestiva dei malati dall’area isontina.”
In una recente nota inviata ai servizi di emergenza territoriale volta a perseguire azioni di miglioramento il Direttore della SC di Pronto Soccorso di Monfalcone ha scritto: “è emerso che il tempo di invio di pazienti con STEMI dal territorio a Ts è aumentato negli ultimi due anni.” - Afferma il prof. Sinagra: “La mancata integrazione delle 4 centrali aveva generato problemi di efficienza, autoreferenzialità e disomogeneità dei protocolli operativi.”
Dal confronto sull’efficienza risulta che tutti i fabbisogni di personale di Centrale calcolati in sede di progettazione sono stati ampiamente sottostimati, per cui al momento attuale non sembrano esistere evidenti prove di di un incremento di efficienza. Riguardo alla disomogeneità dei protocolli operativi riferiti alle vecchie Centrali non sembrano esserci neppure in questo caso riscontri oggettivi di miglioramento, anzi relativamente al protocollo Medical Priority Dispatch, cioè lo standard di processazione dell’intervista telefonica e di definizione del codice, risulta che questo sia stato finora usato solo nel 38.1% dei casi, che significa che nel 61.9% delle richieste di soccorso l’operatore ha agito con propri criteri personali senza avvalersi di protocolli. Relativamente all’attività dei mezzi di soccorso i previsti “Protocolli per la gestione del soccorso territoriale” non risultano al momento disponibili, per cui gli equipaggi dei mezzi di soccorso agiscono ciascuno con propri criteri o sulla base di indicazioni operative locali. Neppure l’autoreferenzialità riferita alle vecchie Centrali sembra superata, non esiste al momento alcun progetto di certificazione per la qualità. A tale proposito vale la pena di ricordare che il 118 di Trieste nel 2003 conseguì la certificazione di qualità ISO 9000 da parte di TUV Rheinland, ente di accreditamento tra i più autorevoli al mondo. Attualmente di tale accreditamento non vi è più traccia. - Continua il Prof. Sinagra: “La qualità del sistema 112 a Trieste non si basa solo sui “professionisti superstiti degli anni d’oro”: il sistema vive di professionalità avanzate in continuo ricambio, formatesi grazie alla laurea infermieristica ed ai percorsi di accreditamento e formazione”.
L’avviso di selezione degli operatori del NUE 112 richiede come requisito specifico un’esperienza almeno trimestrale nel volontariato di protezione civile o di call center telefonico/centralinista. La formazione specifica prevede 24 ore di formazione teorica e 72 ore di addestramento pratico. Bastano questi requisiti e questo percorso per abilitare a ricevere e processare in prima battuta tutte le richieste di soccorso, dall’emergenza sanitaria agli incendi, all’ordine e sicurezza pubblica. - Relativamente al giudizio positivo attribuito dal prof. Sinagra al Piano regionale dell’emergenza non concordo, e infatti non l’ho sottoscritto, ma queste sono opinioni e certamente non è questa la sede per discutere.
Vorrei concludere con una riflessione su un argomento che sta assai a cuore al prof. Sinagra e cioè il trattamento dell’arresto cardiaco, che a Suo avviso avrei trattato in modo “sgradevole”.
Premesso che pare evidente che se a ogni chiamata di soccorso devono rispondere in sequenza due diversi operatori al posto di uno, facendo suppergiù le stesse domande, i tempi perlomeno raddoppiano. Dalle dichiarazioni dei direttori NUE 112 e SORES 118 in 3° Commissione consiliare risulta che se si sommano i tempi medi di 3 secondi per l’attesa, di 47 secondi per la gestione, di 90 secondi per l’inoltro della chiamata NUE 112, dichiarati dal Dr. Galasso, ai tempi medi di 134 secondi per l’intervista telefonica del SORES 118, dichiarati dal Dr. Antonaglia, il risultato complessivo è di 274 secondi ovvero 4 minuti e mezzo. E a questo tempo va ancora sommato il tempo di allertamento del mezzo di soccorso, di solito dai 30 secondi al minuto. Quindi adesso si superano i 5 minuti solo per far uscire il mezzo. Prima dell’avvento del NUE 112 a Trieste in centro città in caso di sospetto arresto cardiorespiratorio l’autoambulanza arrivava di solito in 3, 4 minuti dopo l’allarme (ovviamente non sempre ma spesso).
Poiché ogni minuto che passa dopo che il cuore si è fermato comporta il 10% di probabilità in meno di sopravvivenza, con il nuovo sistema diventa matematicamente certo un sensibile aumento della mortalità per arresto cardiaco.
Walter Zalukar
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