Per la rinascita del sistema sanitario FVG occorre una pianificazione puntuale e rigorosa

Si è aperto in questi giorni un dibattito su come dovrà configurarsi il sistema sanitario del Friuli Venezia Giulia ed in particolare su come dovrà modificarsi l’assetto delle aziende sanitarie.
 
C’è piena condivisione sull’urgenza di riparare ai danni provocati dalla riforma introdotta dalla precedente amministrazione e quindi risulta prioritaria una pianificazione che consenta la rinascita del nostro servizio sanitario che era annoverato tra i migliori d’Italia.
 
La sanità è una macchina assai complessa e metterci mano richiede sempre la massima attenzione, e tanto più se è ridotta come oggi in condizioni assai critiche e che peggiorano di giorno in giorno.
 
Per questo avevamo sottolineato come la scelta del modello da adottare dovesse derivare da una rigorosa valutazione dell’impatto prodotto sul sistema dalle opzioni organizzative in esame. Vi era cioè l’esigenza di conoscere le motivazioni tecniche a supporto delle tesi presentate dai Saggi.
 
Adesso apprendiamo che non sono state effettuate simulazioni circa l’impatto dell’una o dell’altra soluzione sul sistema sanitario regionale e che non ci sono elementi oggettivamente riscontrabili a supporto dell’una o dell’altra tesi. Che quindi non rappresentano il prodotto di uno studio incentrato su simulazioni ricavate dall’analisi di dati oggettivi, ma l’esplicitazione di visioni soggettive, senz’altro meritevoli di attenta considerazione, ma di fatto mere opinioni personali, pur sostenute dalla conoscenza e dall’esperienza di ottimi professionisti, ma prive di quei supporti oggettivi su cui dovrebbe basarsi l’elaborazione di un modello che avrà rilevanza decisiva sulla salute della popolazione della nostra regione.
 
Per poter scegliere in modo razionale vi è l’esigenza di sapere quale sarà l’impatto dell’uno e dell’altro modello sull’organizzazione e sull’operatività dell’attuale sistema, quindi:

  1. come andrà ad incidere sull’attività del personale sia dipendente, sia convenzionato, si del ruolo sanitario che di quello tecnico e amministrativo;
  2. come andrà ad incidere sulle attività delle strutture operative, sia ospedaliere che territoriali;
  3. quali i problemi di interfacciamento e integrazione con i servizi socio-assistenziali;
  4. quale sarà la complessità dell’adeguamento dei sistemi informativi;
  5. quali i tempi di attuazione dei nuovi assetti;
  6. quali i costi, perché è evidente che tutte le attività sopra esposte comportano una spesa che è condizionata dall’entità e complessità delle modifiche;
  7. quali gli indicatori idonei ad evidenziare in maniera oggettiva i miglioramenti di efficienza dell’impianto organizzativo.

Oltre a ciò la scelta razionale degli assetti istituzionali non dovrebbe prescindere da una definizione, anche a grandi linee, della revisione dell’offerta sanitaria e socio-assistenziale, in quanto i due capitoli fondamentali della pianificazione su cui poggia la rinascita sono tra di loro interconnessi.
 
In questo contesto sembra anche mancare un’analisi puntuale delle criticità attuali, supportata da dati oggettivi, da cui ricavare gli elementi idonei a fissare ex ante gli obiettivi della pianificazione, che dovrebbero essere misurabili nell’esito.
 
Walter Zalukar
Presidente Associazione Costituzione 32
 

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2 Responses

  1. Sono d’accordo, bisogna aggiungere il rapporto tra la sanità regionale e le Università, rivedendo eventualmente l’accordo è valutazione l’impatto economico.

  2. Leggo stupita e trasecolando l’articolo “Rivoluzione Pronto soccorso stop malati in barella e attese”, di Paolo Russo su Messaggero Veneto 3 novembre 2018, che oltre che parlare di una riforma non si sa se già avvenuta o in ipotesi, tratta della modifica integrale dei pronto soccorso fantascientifica calata dall’alto non si sa da chi, e che contempla che gli infermieri facciano i medici. Cioè: il triage è infermieristico, un infermiere decide se sei grave o no, e se pensa di no, perché non è medico, ti manda a farti curare da un altro infermiere, che poi ti dimette e tanti saluti! Inoltre un infermiere capisce se sei grave o no sulla base della sfera di vetro perchè, non essendo medico, non può far fare accertamenti! Insomma ci risiamo! Si vuole cambiare la sanità facendo fare a infermieri i medici, ma forse se sta male un politico o un riccone … Sarebbe questa la modifica in meglio?

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