Gorizia e Monfalcone: ospedali in declino

 
L’annunciata chiusura dell’Unità coronarica (UTIC) dell’ospedale di Monfalcone è una delle molteplici e inevitabili conseguenze della riforma sanitaria per cui due ospedali come quelli di Gorizia e Monfalcone, distanti decine di chilometri l’uno dall’altro, sono diventati per legge un unico ospedale, che quindi non può avere “doppioni” di Unità coronarica.
 
Così un abitante di Monfalcone colpito da un infarto miocardico che prima della riforma poteva trovare un’assistenza cardiologica adeguata entro pochi minuti, dovrà essere trasportato o a Gorizia o a Trieste per trovare le cure idonee.
 
L’aberrazione è dunque aver voluto considerare ospedali unici strutture distanti tra loro decine e decine di chilometri. Dal punto di vista organizzativo si è creato un mostro, che non potrà mai competere in efficienza ed efficacia con l’organizzazione precedente alla riforma. Basti pensare ai primari a scavalco, un giorno a Monfalcone e uno a Gorizia, oppure pomeriggio qui e mattino lì. Per fare un altro esempio se di notte ci sono urgenze contemporanee in entrambe le sedi e il medico reperibile è uno soltanto? Si carica il paziente su un’autoambulanza e si trasporta nell’altra sede.
 
L’importante è risparmiare. Anche se da altre parti i soldi si buttano. Il progetto di elisoccorso notturno, così come previsto, rappresenta l’esempio più eclatante di enorme spreco di denaro pubblico.
 
Comunque anche gli abitanti di Gorizia verranno penalizzati dall’organizzazione prevista per l’UTIC, perché non sembra che questa sarà una vera UTIC, infatti da quanto si legge nella DGR 2673/2014 questa struttura finirà per essere appiattita nell’area dell’emergenza. Ci sarà la guardia cardiologica 24 ore su 24? Ci saranno infermieri dedicati alla sola UTIC? Sarebbe bene che il futuro Sindaco di Gorizia chiedesse quanto prima ragguagli circa la pianta organica medica e infermieristica dell’UTIC, nonché sull’assetto organizzativo.
 
Come sarebbe bene che il Sindaco di Monfalcone, che già si è mosso tempestivamente in modo deciso e puntuale, chiedesse come saranno affrontate nel suo comune le cardiopatie acute, in particolare di notte, e in quanto tempo saranno disponibili mezzi di soccorso avanzato con presenza del medico per il trasporto a Gorizia o a Trieste. E se sarà assicurata sufficiente disponibilità di posti letto in tali UTIC, giacché a Trieste nel recente passato non è stato evento eccezionale dover attendere in Pronto Soccorso che si liberasse un letto in Unità coronarica.
 
La scelta di chiudere un’UTIC risulta supportata da elementi oggettivi che siano in grado di dimostrare con i numeri l’inutilità di tale struttura? C’è stata qualche simulazione alla base di questa scelta?
 
Un’ ultima considerazione che richiama quanto accennato in premessa: Gorizia e Monfalcone, vere aree urbane, avevano due veri ospedali, sicuramente ben funzionanti, ancorché perfettibili. Adesso si ritrovano ciascuna con meno di due mezzi ospedali, ridotti a somiglianza di piccoli ospedali rurali e montani.
 
Walter Zalukar
Presidente Associazione Costituzione 32
 

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  1. Ospedali in declino? Vorrei sapere se è vero che stamane, come leggo su facebook, l’ospedale di Tolmezzo e la casa di riposo sempre di Tolmezzo sono rimasti totalmente al buio per tutto il tempo del black out nel capoluogo carnico e quindi per circa mezz’ ora od un’ ora o più , non lo so, ma a me è parsa una eternità, e comunque come si è ovviato al problema.

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