Dopo aver cercato di analizzare il grado di efficacia dell’elisoccorso notturno, cioè la capacità di raggiungere l’obiettivo prefissato, è la volta di misurarne l’efficienza, ovvero l’abilità di raggiungere l’obiettivo impiegando le risorse minime indispensabili.
L’obiettivo del servizio di soccorso sanitario è essenzialmente:
- arrivare nel posto giusto con i mezzi giusti nel minor tempo possibile;
- assicurare correttamente le prestazioni cliniche indifferibili;
- trasportare il paziente nell’ospedale nosologicamente competente nel minor tempo possibile (imperativo categorico nelle patologie tempo dipendenti come emorragie, infarto miocardico, ictus, ecc.).
Ovviamente attenendosi alle disposizioni di legge e alla compatibilità economica.
L’elisoccorso notturno è stato attivato in Friuli Venezia Giulia il 1 febbraio 2018, anche al fine di sopperire alla carenza di automezzi di soccorso avanzato. Quindi sostitutivo piuttosto che integrativo ai mezzi di soccorso di terra. Invece di avere una rete di automezzi di soccorso capillarmente distribuita sul territorio e tale da garantire tempistiche adeguate si sono investite più risorse sul mezzo aereo.
Da questo contesto bisogna partire. E cioè che l’esiguità del numero di mezzi di soccorso avanzato esistenti nella nostra regione sembra lasciare in sofferenza vaste aree soprattutto montane, come l’Alto Friuli e la Carnia, ma anche costiere, come Grado e territori limitrofi dopo la spostamento dell’automedica da Monfalcone. Il taglio di ospedali di rete e relativi pronto soccorso, come avvenuto ad esempio nel gemonese, avrebbe invece dovuto consigliare un congruo rinforzo per contenere un presumibile aumento di rischi e disagi per la popolazione.
Il Piano regionale dell’emergenza, di cui alla DGR 16 ottobre 2015 n. 2039, prevede complessivamente 6 automediche per l’intero territorio del Friuli Venezia Giulia.
La nostra regione presenta una popolazione di 1.235.808 abitanti distribuiti su un’area di 7.856 kmq, per cui il rapporto medio è di 1 automedica per ogni 205.900 abitanti con copertura di 1.309 kmq di territorio.
Questo il raffronto con le Marche, una regione abbastanza simile alla nostra per popolazione ed estensione: 31 automezzi medicalizzati per 1.569.000 abitanti su 9.399 kmq, quindi 1 mezzo ogni 50.600 abitanti con copertura di 303 kmq (dati 2017).
Il Decreto del Ministro della Salute 2 aprile 2015, n. 70, e l’Atto d’Intesa Stato Regioni 5 agosto 2014 prevedono: “un mezzo di soccorso avanzato ogni 60.000 abitanti per la copertura di un territorio non superiore a 350 kmq, con un correttivo specifico per la copertura ottimale nelle zone montane e pedemontane”. Secondo le indicazioni ministeriali dovremmo avere 20 mezzi di soccorso avanzato al posto di 6. Bisogna inoltre ricordare che l’operatività dell’eliambulanza è condizionata dal meteo, in quanto situazioni di scarsa visibilità come nebbia e nubi basse o di vento forte non consentono il volo.
Il citato DM 70/15 , al punto 9.1.4 così recita: “Per i mezzi notturni, si propone un “un servizio di elisoccorso integrato con il sistema di soccorso a terra tramite adeguata rete di elisuperfici notturne a servizio delle destinazioni sanitarie, ed elisuperfici a servizio di comunità isolate o aree disagiate, che impieghi un numero di mezzi notturni pari a uno per una previsione media di interventi compresa tra 350 e 550 anno”. Specificando che: “Alle regioni per le quali si preveda un numero di interventi annui inferiori a quelli minimi indicati nel presente punto è fortemente raccomandata l’aggregazione funzionale con una delle regioni confinanti tramite apposite convenzioni”.
Non sembra quindi considerato conveniente un servizio che non prevedesse almeno 350 missioni/anno, ovvero 30 al mese. Risulterebbe che in FVG nei primi 8 mesi siano stati effettuati 25 voli notturni, 3 al mese, da cui si può dedurre una proiezione annua di 30 -35 voli. L’Assessore stima invece 100 voli anno, che comunque rappresenta il 70% in meno di quello che il Ministero della Salute considera il minimo indispensabile per attivare il servizio.
Dovrebbe essere chiarito su cosa si basino le stime dell’Assessore, ma prendiamo per buoni il numeri di voli ipotizzato e consideriamo i costi presentati nella tabella:
2.100.000 euro/anno; ne deriverebbe un costo di non meno di 21.000 euro (e senza considerare i costi delle infrastrutture). Una cifra che sembra poco convincente. Eppure sarebbe semplicissimo dirimere la questione: basta pubblicare le delibere/decreti di assegnazione del servizio e i relativi bandi di gara. Anche per dar seguito ai ripetuti annunci di trasparenza.
Vi sono ulteriori due passaggi dell’audizione dell’Assessore alla salute che lasciano perplessi.
L’Assessore ha dichiarato: “se si dovesse sostituire l’elisoccorso con una struttura a terra, i costi triplicherebbero”, per cui sembra intendere l’elicottero come sostitutivo e non integrativo dei mezzi di terra. Ma così, oltre al problema di come intervenire quando il meteo è avverso, si prospetta un altro problema non da poco, e cioè come soccorrere tutti quei pazienti che non presentino traumi maggiori, ma malattie acute come per esempio infarto di cuore, coma, insufficienza respiratoria, ecc. Infatti in base alla normativa regionale il soccorso primario con l’elicottero sembrerebbe indicato solo per il “trauma maggiore”.
Il Piano regionale dell’emergenza, di cui alla DGR 16 ottobre 2015 n. 2039 prevede al punto 5.2.3.C:
Elisoccorso notturno
In particolare è preposto alle seguenti funzioni:
- soccorso primario per trauma maggiore
- emergenze individuali destinate da ospedali Spoke ad Hub non raggiungibili in 20’
- emergenze di massa
- trasferimenti inter-ospedalieri di emergenza
- trasporto organi ed equipe (3 persone) per trapianti
Se relativamente ai soccorsi primari l’eliambulanza è destinata solo ai traumi maggiori ci si deve allora chiedere se sia realmente sufficiente la rete di soccorso per tutti gli altri pazienti, peraltro ben più numerosi.
Ma c’è un altro aspetto che suscita perplessità e cioè l’incremento di trasporti secondari notturni che non sembrano avere i caratteri dell’emergenza, quindi verosimilmente al di fuori della normativa sopra citata. Questo sembra apparire un campo minato perché si potrebbe intendere come distrazione dell’unico mezzo aereo d’emergenza per scopi non urgenti, in violazione della normativa (e della logica), con implicazioni non trascurabili. Pertanto merita un più approfondito e articolato esame, a cui sarà dedicato il 3 capitolo dell’elisoccorso.
La prossima settimana. Perché anche oggi c’è sole e i cantieri sono aperti.
Walter Zalukar
Presidente Associazione Costituzione 32
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