Nella lettera pubblicata sul Quotidiano Sanità il 6 gennaio u.s. la consigliera regionale PD Renata Bagatin definisce il mio precedente intervento sullo stesso giornale “esternazioni prive di fondatezza”, aggiungendo che “Le affermazioni di Zalukar sono presto smentite” e che “il taglio indiscriminato di posti letto denunciato da Di Maio in visita nella nostra Regione e ribadito da Zalukar non si è mai verificato.”
Poiché tali dichiarazioni dell’esponente politico PD non sembrano trovare puntuale corrispondenza nella realtà credo opportune le seguenti precisazioni.
Nella mia lettera ho citato:
- l’articolo della Legge Regionale n. 17/2014 che prevede la riconversione di 4 ospedali in FVG per lo svolgimento di attività distrettuali;
- una tabella fornita dalla Direzione Centrale Salute del FVG che indica in 0 (zero) il numero di posti letto per acuti attribuito ai 4 ospedali previsti in riconversione.
Ho inoltre espresso l’opinione che le attività distrettuali sono tutt’altra cosa di quelle ospedaliere e di non aver mai visto un ospedale con zero posti letto.
Quindi due citazioni che trovano fondatezza in documenti ufficiali della stessa Regione e un’opinione che non mi sembra possa ritenersi irragionevole.
Non ho mai neppure accennato a “tagli indiscriminati di posti letto”, come invece attribuitomi erroneamente dall’esponente PD. Anche perché sono pienamente convinto, e il mio impegno professionale ne è la prova, che non solo la cronicità non dovrebbe essere curata in ospedale, ma che anche l’acuzie soprattutto nelle persone anziane dovrebbe trovare risposte assistenziali diverse dal ricovero, quando e laddove possibile. Ma è bene precisare: dove esistano strutture di assistenza sul territorio in grado di sostituire le cure fin qui fornite dagli ospedali, i cui posti letto vanno quindi proporzionalmente ridotti.
Il problema in FVG è che il potenziamento dei servizi territoriali come previsto dalla riforma sanitaria appariva fin dall’inizio un libro dei sogni e tale è rimasto, mancando il supporto di sufficienti risorse e soprattutto di adeguate capacità progettuali e gestionali.
Di seguito, come d’abitudine, riporto solo dati ricavati da documenti ufficiali e fatti oggettivamente riscontrabili.
La L.R. n. 17 di riforma sanitaria prevede all’art. 20 comma 5 la diffusione capillare di Centri di assistenza primaria (CAP), uno ogni 20 – 30 mila abitanti, per garantire l’attività assistenziale nell’arco delle ventiquattr’ore sette giorni la settimana. Avrebbe assicurato assistenza medica e specialistica, diagnostica strumentale, prelievi, prenotazioni e servizi amministrativi, assistenza domiciliare.
Su questa base normativa la regione FVG, che conta 1.223.000 abitanti, dovrebbe avere da 40 a 60 CAP operativi 24 ore su 24, 365 giorni l’anno, per fornire piena assistenza sul territorio. Attualmente sono attivi meno della metà del numero minimo previsto di CAP. Ad esempio nell’area triestina, che conta 235.000 abitanti, degli 8-12 CAP previsti ne funziona uno soltanto, e per di più a mezzo regime. Altri CAP sono stati inaugurati nel 2016, ma a oggi risultano inattivi.
Già l’anno scorso la Giunta regionale aveva dovuto prendere atto delle difficoltà ad attivare i CAP nel numero e nella tipologia indicati dalla riforma e ne aveva dimezzato il numero fissando a 20 i CAP da realizzare in tutta la regione (DGR 2275/16 – Linee di gestione 2017 – punto 3.3.1).
Attualmente la situazione sembra ancor più critica tanto che le Linee di gestione 2018 (DGR 2667/17) nel capitolo “Assistenza primaria” non danno più neppure indicazioni circa il numero di CAP da realizzare, mentre il Documento di Economia e Finanza della Regione FVG 2018 limita il funzionamento dei CAP a non più di “8-12 ore al giorno”(DEFR Obiettivo strategico 5.1).
Quindi i CAP, già in numero di meno della metà del minimo, vedono anche un orario di apertura ridotto da un terzo alla metà di quanto previsto dalla legge di riforma.
Mentre il taglio di strutture e posti letto ospedalieri sta proseguendo coerentemente alla legge di riforma e indipendentemente dal (non) potenziamento del territorio.
In conclusione nessuna “guerra in difesa di posti letto”, come ipotizzato erroneamente dalla Consigliera PD, ma la difesa a oltranza della buona assistenza sanitaria pubblica a cui era abituata la nostra regione.
Walter Zalukar
Presidente Associazione Costituzione 32
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