Nell’articolo pubblicato sul Piccolo del 13 aprile dal titolo: “Per il NUE 600 chiamate al giorno” le dichiarazioni della presidente Serracchiani e dell’assessore Telesca danno un quadro della nuova Centrale unica 118 di Palmanova, che sembra assai difforme dalla realtà.
L’associazione Costituzione 32 ha per scopo la salvaguardia del diritto dei cittadini alla tutela della salute ed in quest’ambito va tutelato anche il diritto dei cittadini di sapere dai loro governanti la verità, in questo caso come effettivamente funzionano i servizi sanitari essenziali, quali le strutture dedicate all’emergenza.
Innanzitutto si deve considerare il fattore tempo, che è elemento determinante nell’attività di emergenza sanitaria.
Con la nuova organizzazione la richiesta di soccorso arriva al NUE 112 (Numero Unico dell’Emergenza), l’operatore del 112, dopo aver preso nome e indirizzo e aver individuato il tipo di problema, se questo è sanitario, passa la chiamata alla Centrale unica 118, il cui operatore valuta a sua volta il problema, approfondendo l’aspetto clinico servendosi di un apposito programma informatico, il dispatch, quindi in base al codice di urgenza indicato dal dispatch, invia i mezzi di soccorso.
I tempi sembrano risultare allungati rispetto a prima, quando la chiamata di soccorso veniva “processata” da un solo operatore del 118; ora la stessa chiamata passa per 2 operatori, 112 e 118, e i tempi perlomeno raddoppiano, ma possono anche triplicare quando la chiamata viene effettivamente registrata attraverso il dispatch, poiché ciò richiede ulteriore tempo.
Uno o due minuti in più possono apparire insignificanti, e spesso in effetti lo sono, ma non sempre, per esempio nell’arresto cardiaco ogni minuto che passa significa perdere il 10% di possibilità di sopravvivenza.
La stessa Serracchiani sembra confermare tutto ciò, quando precisa che il dispatch “con cinque domande permette di capire se si tratta di un codice rosso (per inviare subito il mezzo grazie alla localizzazione)”; prima del dispatch agli infermieri del 118 (ma erano esperti) bastavano 1 o 2 domande per capire se il codice fosse rosso, e quindi inviare immediatamente il mezzo senza ulteriori attese, e senza necessità di geolocalizzazione in quanto gli operatori conoscevano alla perfezione il territorio.
E a proposito di geolocalizzazione è bene evidenziare che i nuovi videotablet, di cui sono state dotate tutte le autoambulanze per trasmettere all’equipaggio l’ordine di intervento con la mappa per raggiungere il target, sono inutilizzati, almeno nell’area triestina, in quanto malfunzionanti (errori di target, ma soprattutto ritardi o mancate comunicazioni di ordini di intervento).
Così per tutte le comunicazioni si è ritornati, come prima, alle trasmissioni radio, ma anche il sistema radiotelefonico negli ultimi giorni è stato oggetto di black out, almeno nell’area triestina, per cui è stato gioco forza passare ai telefonini cellulari, con la minor affidabilità e sicurezza che il loro uso comporta (basti pensare alle scoperture in zona strada costiera).
Quindi con il nuovo sistema la sicurezza non solo non è aumentata, ma sembra invece diminuita, almeno nell’ambito delle comunicazioni, nodo essenziale nell’emergenza, e se a ciò si coniuga l’allungamento dei tempi di risposta all’emergenza, ne deriva che il sistema nel suo complesso funziona peggio di prima.
Sempre in tema di sicurezza Serracchiani afferma che: “se un tempo la chiamata di emergenza era gestita interamente da un operatore che doveva parlare con il cittadino in difficoltà per rassicurarlo e aiutarlo e contemporaneamente inviare e gestire il mezzo di soccorso, ora tutto è diverso poiché sono previsti ruoli specifici per ciascuna fase della gestione della chiamata.” Fin dal 1992 l’organizzazione della Centrale operativa di Trieste prevedeva la separazione tra le funzioni di ricezione della chiamata e gestione della stessa; quindi probabilmente Serracchiani poco conosce della precedente organizzazione delle Centrali 118, per cui dovrebbe astenersi dal fare confronti.
Ma neppure si capisce su quali elementi concreti, riscontrabili con dati oggettivi (non slogan), Serracchiani abbia deciso per una Centrale unica, visto che l’organizzazione articolata su 4 Centrali funzionava bene, non ha mai creato particolari problemi, era attenta alle risorse; quindi restano pesanti interrogativi sul perché si sia voluto cancellare una realtà che lavorava bene, per sostituirla con qualcosa che non sembra dare le stesse garanzie di sicurezza e competenza, ma soprattutto qualcosa che invece di accorciare allunga i tempi di risposta all’emergenza; e per questo si sono spesi 5 milioni di euro.
Walter Zalukar
Presidente
Associazione Costituzione 32
4 Responses
Grande dottor Zalukar…tutto vero…non ci sono parole
Non capisco questa volontà perversa di modificare quel poco che funziona bene in questo paese…era ovvio che si allungamento i tempi anche x uno incompetente!!!
Chi scrive questi articoli si dimentica che al 118 (ed agli altri numeri dell’emergenza) arrivano circa il 50% di chimate improprie che prima del 112 impegnavano il personale del 113/115/118 ed aumentavano comunque i tempi di risposta…. Ora queste chiamate sono filtrate dal 112 permettendo al personale del 115/113/118 di prendersi cura di chi ha veramente bisogno…
Non risulta alcun riscontro oggettivo, cioè dati controllabili, che al 112,113,115,118 arrivasse addirittura il 50% di chiamate improprie; ma è facile chiarire, chi ha affermato un tanto definisca cos’è una chiamata impropria, quindi faccia la somma del numero di chiamate che hanno le caratteristiche di improprietà pervenute a 112,115,113 e 118 prima del NUE 112; quindi si individuino le chiamate improprie giunte al NUE 112, p.es. nell’ultima settimana, e si individui quante sono state effettivamente filtrate.
Credo un numero irrisorio; ho diretto il 118Ts per oltre 15 anni; c’erano senz’altro chiamate improprie/scherzi, ma in numero molto contenuto e certamente non idoneo ad intralciare il buon andamento del servizio; non credo che in questi ultimi anni la situazione sia molto cambiata.
Comunque pronto a rettificare qualora venissero pubblicati dati oggettivi; le dichiarazioni fin qui rese sembrano più slogan per giustificare operazioni costosissime che in realtà non solo non producono benefici, ma addirittura regressioni, giacché p.es. gli allungamenti dei tempi di soccorso in alcune ma non rare situazioni cliniche, p.es. arresto cardiorespiratorio, shock anafilattico, emorragico, ecc. risulterà catastrofico. E altrettanto negli incendi.